Breve riflessione sul Vangelo della 30° Domenica del Tempo Ordinario Anno C. Per le letture liturgiche domenicali e altri commenti cerca su CALENDARIO LITURGICO
Al tempo di Gesù i Farisei erano un gruppo religioso molto stimato dal popolo a motivo della loro adesione rigorosa alla legge di Mosè. I pubblicani, invece venivano considerati peccatori perchè erano coloro che riscuotevano le tasse per i romani e per questo venivano odiati. E' interessante notare che il fariseo prega in posizione diritta e nel suo monologo benedice Dio perché si sente diverso dagli altri uomini. La sua preghiera è un elenco di autoglorificazione che provoca un giudizio ostile verso gli altri. Leggendo in profondità il brano notiamo che il fariseo si sente puro e non vuole contaminarsi ed entrare in contatto con il pubblicano. Tutto questo lo possiamo comprendere perchè nel Vangelo di Luca i farisei criticano duramente Gesù quando va a casa di un pubblicano o accoglie una peccatrice (Lc 5,29-32 Lc 7,36-50). L'errore più grave del fariseo è credere in un Dio esclusivista che non usa misericordia e ha già estromesso gli altri dalla salvezza dimenticando la volontà divina di salvare coloro che si trovano in una condizione di peccato. Questo racconto di Gesù ci ricorda che dinanzi a Dio non contano le prestazioni ma l'atteggiamento del cuore ed è importante il modo come noi ci presentiamo davanti a Dio. Infine bisogna evitare l'errore del fariseo che si vanta davanti a Dio e diventa cattivo nei confronti di chi sbaglia ... CONTINUA A LEGGERE NELL'ALLEGATO