Riflessione sul Vangelo della 27° Domenica del Tempo Ordinario - Anno B -. Per le letture liturgiche e altri commenti cerca sul CALENDARIO LITURGICO
Quando riflettiamo su un brano della Parola di Dio è molto utile cercare di capire il contesto storico. Al tempo di Gesù si ammetteva il divorzio basandosi su un brano del Deuteronomio (Dt 24,1) che veniva interpretato in maniera diversa dalle scuole teologiche ebraiche. Ricordiamo che Mosè aveva obbligato un uomo che ripudia la propria moglie a darle l'atto di ripudio e questa prescrizione veniva intesa come permesso di divorzio. L'atto di ripudio documentava che la donna era libera dal precedente matrimonio e per questo motivo non poteva essere accusata di adulterio ed essere minacciata di lapidazione. (Dt 22,22) Nel mondo ebraico la donna non poteva ripudiare il marito e si discuteva solo sui motivi che giustificassero il divorzio. La scuola di rabbi Shammai ammetteva il divorzio solo in caso di adulterio. Invece per la scuola di Hillel il divorzio era possibile quando c'era un comportamento della donna che poteva dispiacere al marito. Dopo questa semplice introduzione possiamo comprendere la domanda di alcuni farisei che gli domandano se era lecito a un marito ripudiare la propria moglie... (Mc 10,2) CONTINUA A LEGGERE NELL'ALLEGATO